i tombesi in the world  

the tombesi's family

Sulpizio Tombes(e)

(.... - 1622 circa)

Musico - Compositore

 

Un altro illustre individuo della famiglia Tombesi fu Sulpizio professore di musica in Ferrara.

Nacque in quella città da Girolamo Tombesi nella seconda metà del XVI secolo. Il nonno Antonio acquistò una casa in Via S. Romano (v. discendenza Danese)

Il Libanori (Ferarra D'oro P. III, pag. 199) seguito dal Borsetti (Hist. Ferr. Gimnasii P. II pag. 474), lo dichiara maestro di cappella dell'Imperatore Ferdinando I. Dopo la morte di questo Principe sembra che Sulpizio si restituisse in patria dove morì, probabilmente dopo il 1621, giacché gli storici ferrarese Superbi e Guarini non ne fanno menzione e fu sepolto nella chiesa di San Silvestro(*) dove si era preparato un magnifico sarcofago di cui noi diamo qui il disegno, sarcofago che rimase inalterato fino alla soppressione di quella chiesa nel 1798  e che fu poi trasportato né magazzeni del cimiterio comunale aperto nel 1813; ma dopo il 1820 si ebbe la barbara idea di farne un monumento ad Onofrio Minzoni, per cui venne bruttamente scalpellato.

Il primo a farne memoria fu Andrea Borselli, a pag. 230 del suo Supplemento al Guarini recande la musicale iscrizione di questo monumento la quale suona come segue:

 

Questo monumento è de MI, SOL_picio Tombese
et de LA LA_ura MI_a chara consorta.
Ergo Domines Deus MI.
 MI_SOL pritiique et LA_uraque MI_se_RE_ RE. Amen
 
La iscrizione greca posta a sinistra di codesto epitaffio ci spiega "questo sepolcro è mia dimora"

Ferdinando I  d'Asburgo
(1503-1564)
 
(*) In fondo a corso Giovecca, di fronte alla palazzina di Marfisa d'Este, circa dove si trova ora l'ingresso del pronto soccorso dell'arcispedale Sant'Anna, esisteva sin dai primi decenni del Cinquecento una chiesa dedicata a San Silvestro, con annesso monastero di monache benedettine. L'occupazione francese portò alla momentanea soppressione del convento, ma non fu certo la causa diretta della chiusura e dell'abbandono degli edifici, avvenuti attorno al 1820.  Novant'anni dopo, nell'area dell'antico complesso, verrà posata la prima pietra dell'arcispedale e, nel 1917, si demolirà il campanile, rimasto isolato fra casette e orti.
San Silvestro, ricco d'opere di artisti ferraresi fra i quali il Garofalo e lo Scarsellino, aveva un bel portale attribuito, addirittura, a Biagio Rossetti
Da Giorgio Franceschini

MINZONI, Onofrio. – Figlio di Antonio e Livia Fenati, entrambi originari di Bagnacavallo (presso Ravenna), nacque il 25 genn. 1734 a Ferrara, dove, dopo aver svolto studi letterari, teologici, filosofici e matematici presso i gesuiti, venne ordinato sacerdote dall’arcivescovo M. Crescenzi nel 1759. Divenuto ben presto un apprezzato predicatore, fu richiesto dal Senato di Venezia e vi si trasferì, attendendo al tempo stesso all’insegnamento della filosofia, nonché all’approfondimento della matematica, come attestano, fra i suoi manoscritti, le risposte a quesiti in materia da lui inviate alle accademie di Londra e Parigi. Al termine dell’incarico presso il Senato, che alimentò la stima del doge Paolo Renier nei sui confronti, il M. lasciò Venezia, dopo aver rifiutato la carica di canonico penitenziere della basilica di S. Marco, preferendo, pare, non stabilirsi fuori Ferrara.
di Francesca Brancaleoni
Da Treccani.it
 

Da: il Supplemento al Compendio Historico del Guarini, scritto dal Borsetti (1670)

tratto da  Il Mercatopo