LIBRO DVODECIMO
DE' LVSTRI
RAVENNATI
Dall'Anno Mille, e
cinquecento ventuno
fino all'Anno
Mille, e cinquecento cinquantotto
BREVEMENTE
DESCRITI
D A D.
S E R A F I N O P A S O L I N I
R A V E N N A T E
Abbate Perpetuo
Privilegiato alla Congregazione
De' Canonici
Regolari Lateranesi
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Magistrati Dei
Savi Della Città Di Ravenna
(Marzo-Aprile 1522)
il Cap.
Gurlotto Tombesi
il Cap.
Raspone Rasponi
Alessandro
Guizzoli
Domenico
Tizzoni
Francesco
Lunardi
Ubertello
Gordi
Artusino
Artusini
Alessandro
Ostuli
Battista
Ghirardelli
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Magistrati Dei
Savi Della Città Di Ravenna
(Luglio - Agosto 1522)
Antonio
Buonfigli
Gio.
Battista Guizzardi
Marc'Antonio Preti
Gregorio
Grossi
Diomede
Sassi
Pandolfo
Aldovrandini
Antonio
Maria Caualli
Guido
Strigoni
Battista
Porti
Francesco
Lana
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Da: Cronache e documenti per la storia ravennate del
secolo XVI (1882)
Author:
Agostino Ruboli
Il giorno 4 luglio 1522 accadde l' enorme
eccidio conosciuto col nome fatto della Cartiera
, il quale unito a molti altri, non meno importanti,
forma argomento della cronaca.
Mentre adunque i Savi
risiedevano in consiglio per liberare da una multa un
cagnotto dei Rasponi , condannato per essere stato
trovato con uno stocco, questi entrarono con parecchi
uomini d' arme nella sala e trucidarono tutti gli
avversi a loro parte, nello scopo d'impadronirsi di
Ravenna(1).
Il Rubolì racconta che Ostasio Rasponi parlando
poche ore dopo col Governatore «asseriva che aveva fatto
ciò con ragione, essendosi chiarito che Gurlotto (2) e
gli altri volevano incrudelire contro di lui. »
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Ma di questa congiura non v'ha
documento autentico e i fatti stanno tutti contro ai
Rasponi.
Solo in fine al manoscritto della
Storia di Romagna^ conservato nella Classense, trovansi
aggiunte alcune frasi intese a difenderli. Una mano
sdegnosa le cancellò , cosicché si leggono a stento : «
Ma vogliamo considerare le cagioni molto più importanti
ed urgenti, onde i Rasponi furono addotti e tirati, come
si dice . per gli capelli , a fare quel tanto che fecero
e contro de' loro nemici far si deve, quando non
vogliono attendere a stare in pace.
(1) Oltre ai recenti
scrittori già citati, narrano questo fatto il Carrari,
il Rubboli, e il Fiandrini (p, 239) - Il Rossi, il
Tomai, il Pasolini, ecc. si chiudono in un prudente
silenzio !
(2) Gurlotto Tombesi, buon militare, ucciso nella
Cartiera. Combattè con Massimiliano sotto le mura di
Parma. Fu anche alle guerre di Brescia e di Verona.
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Però che da' Rasponi furono
intercette lettere che erano state scritte e
sottoscritte di mano propria di Gurlotto a' Sassatelli
Guelfi d' Imola , che ad un giorno destinato si
trovassero seco in Ravenna ad amazzare iloro nemici
traditori , che tai parole contengono dette lettere da
me viste e lette. Laonde i Rasponi avveduti di quanto
gli era minacciato da detti Gurlotto e seguaci
essi come savi e molto intelligenti di queste cose del
mondo, affrettarono occasione di torre la vita a' loro
nemici, prima che essi la togliessero loro, e ben si sa
che il Ruboli scrisse molto a passione; e non guardando
anni né santo, questo ha lasciato scritto, perciò che i
Rasponi avevano altra via di cavare denari che per
quella della comunità, essendosi veduto sempre.... in
quest.... gentiluomini ricchi e potenti nella patria,
oltracchè si conosce anco l'animo loro esser stato ed
avere atteso al ben avendo fatte tante volte pace con
questi
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loro nemici ed esortatigli a stare uniti e insieme, e insino avere donato la vita loro, quando che
presi e condotti sino nelle proprie case con tante
cortesie e.... furono li Genari et altri loro cosi
condotti.
Ma fosse come si volesse, come si è detto, gli amazzarono. » Non posssiamo dissimulare aver questa
pagina tutta l'aria di una storiella. Se veramente
fossero esistite quelle lettere , perchè i Rasponi, i
quali cacciati dalla città da Francesco Guicciardini ,
cercarono tutti i mezzi possibili per rientrarvi,
cavillando le più minute scuse, non le presentarono come
quelle che contenevano la loro più bella difesa? Stanno
inoltre contro ai Rasponi, i fatti che commisero prima e
dopo, e l'ingenua, condotta di Gurlotto cosicché
e' è da pensare che colui il quale dettò quelle parole ,
o inventasse la notizia o vedesse delle lettere false,
le quali non sarebbero state certo fra le prime che
allora furono scritte.
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Il Ruboli, scampato solo a quell'orribile carnefìcina ,
fuggi pochi giorni dopo a Cotignola , presso il padrigno
della prima moglie Paola E>acclii, la quale lo raggiunse
ben tosto per raccontargli « con quanta atrocità li
satelliti dei Rasponi in tempo di notte avevano
saccheggiato la sua casa ed in che modo ella si era
salvata nella chiesa dello Spirito Santo. » E
impossibile descrivere il ten'ore che un simil fatto
gettò nei cittadini. Dice il cronista che « si chiusero
dentro alle loro case, piangendo, e detestando insieme
colla famiglia si atroce misfatto (1) » Lo stesso
Governatore fu preso da tanto spavento che acconsenti a
consegnar le chiavi della città in mano di Ostasio «
acciò potesse mandar fuori per il contado, onde
esplorare, se li parenti dei morti si radunassero
insieme per amazzar lui e la sua fazione (2). » Né
stanchi della strage, la sera che segui quel memorabile
giorno , misero a ferro e a fuoco quarantacinque case,
appartenenti ai loro nemici, e penetrarono ne' conventi
strappando a forza le giovinette colà nascoste.
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De' perdenti, parte si salvò nella rocca di Brancaleone, parte fuggi alla volta di
Rimini, ove Pandolfo Aldobrandini riusci a raccorre buon
nerbo di milizia, che doveva sbarcare a Ravenna e
vendicare gli uccisi.
Ed erano già tutte le navi in pronto
per la partenza, allorché arrivò al porto Sigismondo
Malatesta e fece discendere tutti quegli animosi dalle
barche comandando alli marinari^ che piti non li ri-
cevessero (1). E facile inferire che il signor di Rimini
fu consigliato a questo dai fautori de'Rasponi! Degli
eccessi che accaddero allora
parla estesamente il Ruboli, non tacendo
i più orribili particolari. I furti, le rapine, gli stupri, gli incendi si alternarono
con una frequenza incredibile ; né mancò
chi esercitasse sopra un infelice quell' abbiettissimo fra i delitti, onde fu accusato Pier Luigi Farnese.
E pure i Rasponi non stettero contenti
alle proprie vendette e alla ruina di Ravenna, che, accettato l'invito di Girolamo
Numai da Forlì , mossero alla volta di
questa città seguiti da più che sessanta
uomini, i quali uniti a quelli che conduceva Guido Vaini
ed il Masini da Cesena, v'entrarono per la porta di Schiavonia e la misero a sacco (1).
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(1) Cronaca del Ruboli : X, 25.
(2) Olì. cit. : VII, 20.
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(1) Olì. cU. IX, 32.
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