La precoce morte di Tombesi
Agostino
a cura di
Stefano Tombesi
|
Agostino
Tombesi, classe 1884, morì sabato 11 ottobre 1919 a soli
35 anni in seguito ad un
tragico incidente stradale accaduto nei pressi dell'Abbadia di
Fiastra. Il camion su cui viaggiava, sbandando,
precipitò dal ponte sul fiume omonimo a causa del cedimento
del parapetto, mentre faceva ritorno da Urbisaglia con un carico di
casse d'uva da cui Agostino avrebbe ricavato vino da destinare alle "cantine"
(piccole trattorie) che, con i fratelli Nazzareno(33enne), Marino(27enne) e Cesare
(25enne), gestiva al centro di Macerata.
L'autista dell'automezzo
e due suoi fratelli che viaggiavano con lui riuscirono a salvarsi.
Agostino, invece, rimase schiacciato dalle casse dell'uva e
morì sul colpo.
Di
Urbisaglia era natia la madre di Agostino, Maria MORRESI. Probabilmente furono gli stessi Morresi a fornire
l'uva.
La notizia ebbe
grande risonanza nella comunità maceratese dove Agostino ed
i suoi fratelli erano molto conosciuti, sia perché all'epoca
non era certo frequente morire a seguito di un incidente
stradale sia perché lo scomparso lasciava la
moglie Enrica 32enne con cinque figli piccoli da sfamare
(Ofelia di 10 anni, Perseo di 8 anni, Mario di 6 anni,
Agusta di 5 anni, Amorina di 3 anni).
La
povera vedova Enrica Branciari (mia nonna) non sapeva ancora
di essere incinta di
pochi giorni di mio padre Agostino jr. che nascerà il 27
giugno dell'anno successivo.
|
Agostino
Tombesi (1884-1919)
|
la vecchia casa dei Tombesi,
acquistata nel 1914
|
Si
raccontava che Enrica restò tutta la notte
appoggiata al davanzale della finestra (vedi foto accanto) ad
aspettare che il marito tornasse, finché Vincenzo Pianesi (Michittu,
60enne), marito di Maria Tombesi, sorella del suocero, le portò la triste notizia.
Agostino era il più
grande dei figli di Giovan Battista Tombesi.
Quando
questo morì, a soli 55 anni nel marzo del 1911 mentre
riposava disteso sull'erba nel campo sottostante la casa,
Agostino aveva 27 anni ed a lui toccò prendere le redini di
comando della famiglia che allora era composta dalla madre
Maria Morresi, 49enne, dai fratelli Nazzareno 25enne, Umberto
21enne, Marino 19enne, Cesare 17enne e Adele di appena 13 anni.
|
Nel breve tempo in
cui ebbe la responsabilità della famiglia, quindi negli otto
anni che vanno dalla morte del padre, avvenuta nel 1911, alla
morte sua, avvenuta nel 1919, di concerto con i fratelli più
giovani, ebbe modo di acquistare, nel 1914, la casa ed il terreno dove
lavoravano come mezzadri, unitamente ad altri terreni
insieme al cognato Giovanni Tasso ed al fratello Nazzareno.
|
un'immagine della proprietà
acquistata dai Tombesi insieme ai Tasso nel 1914
|
Durante la I^
Guerra Mondiale fece commerci redditizi di fieno da destinare ai
muli impiegati dall'esercito nell'aspra battaglia di Caporetto.
Inoltre con
l'acquisto delle prime trebbie azionate da motori a vapore che
venivano trainati dai buoi da un'aia all'altra, iniziò
l'attività di trebbiatura del grano per conto terzi.
|
in questa immagine risalente
ai primi del '900 un momento della trebbiatura del grano con
una macchina a vapore del tipo di quella posseduta dai
Tombesi.
|
Sempre in quegli
anni iniziò altre attività redditizie tra cui l'apertura delle
famose cantine al centro della città, diventando ben presto
apprezzato commerciante di vini.
Un'altra delle "cantine"
gestite dai Tombesi fino al 1954, poi diventata Bar Faraoni, in
Piazza della Libertà a Macerata.
|
Una delle famose
"cantine" che i Tombesi gestivano al centro di Macerata fino
agli anni cinquanta, oggi sede di uno dei più rinomati
ristoranti (Da Secondo) |
Della morte di
Agostino Tombesi si occupò anche la stampa locale dell'epoca,
riportando il fatto.
|
Nel periodico
bisettimanale "IL CITTADINO",
con direzione e tipografia in Piazza del Duomo a
Macerata, nell'edizione del 15 ottobre 1919 viene riportato il
fatto del tragico incidente stradale seppur con data errata (il
giorno 9 c.m. anziché 11 c.m.)
|
Con la morte
di Agostino il fratello Nazzareno successe nella direzione della
famiglia.
|
Egli lasciò alla
cognata Branciari Enrica, vedova, la casa alle "Vergini" e la terra mentre
lui ed i suoi fratelli si stabilirono al centro di Macerata
continuando le attività commerciali già avviate con il fratello defunto.
|
uno scorcio del "Ponte" sul Fiastra, nei
pressi dell'Abbadia
|
la strada
provinciale che da Urbisaglia porta a Macerata, in lieve discesa prima del
ponte su fiume Fiastra, probabilmente non asfaltata nel 1919.
|